Categoria: Ricette

Sant’Andrea con baccalà mantecato e granella di capperi

Aprile, l’esplosione della primavera e, le domeniche festive. Vi proponiamo una ricetta per il pranzo di Pasqua, che farà sorridere i vostri commensali. Delicato e saporito contemporaneamente, questo risotto esprime al meglio le qualità del nostro Riso Sant’Andrea. Fate molta attenzione ai passaggi e otterrete un piatto straordinario. BUONA PASQUA!

350 g riso Sant’Andrea di Baraggia
1 cipolla bionda media, tritata finemente
brodo di pesce 1,5 lt
1 bicchiere vino bianco aromatico
burro qb
sale, pepe

per guarnire
granella di capperi croccanti
germogli o foglioline di erbe fresche e croccanti

per accompagnare:
baccalà mantecato: 3 quenelle per piatto

Iniziate preparando il baccalà, anche il giorno precedente:

300g di polpa di baccalà (stoccafisso ammollato e deliscato)
150 g di olio di oliva
150 g di olio d’oliva extravergine delicato
6 g di sale
qualche foglia di alloro
Fate cuocere la polpa di baccalà in acqua salata – con l’alloro – per 10 minuti dal bollore. Nel frattempo scaldate gli olii, in microonde o a bagnomaria (60 °C).
Scolate il pesce, conservando un bicchiere dell’acqua di cottura, disponetelo nella ciotola della planetaria e cominciate a mescolare la frusta a foglia.
Continuate a mescolare aggiungendo il sale e gli oli a filo poco per volta. Alla fine aggiungete l’acqua messa precedentemente da parte e mescolate fino ad ottenere una consistenza cremosa.
(volendo potete aggiungere metà acqua e metà latte caldo, sarà ancora più cremoso e delicato)

Per il risotto, iniziate facendo dorare in una casseruola, con un cucchiaio di burro, la cipolla tritata. Fatela rosolare, poi unite il riso e lasciate tostare. Una volta che il riso sarà traslucido, sfumate con il vino, lasciate evaporare mescolando rapidamente e portate il riso a cottura utilizzando il brodo di pesce bollente. Se possibile, aggiungete un mestolo per volta. A fine cottura, lontano dal fuoco, mantecate con burro freddo, mescolando vigorosamente.

Impiattate e guarnire con i capperi croccanti, tre quenelle di baccalà e erbe verdi.

E’ un risotto molto molto delicato, anche se saporito. Abbinatelo ad un vino bianco, non troppo strutturato.

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Sant’Andrea al nero di seppia con salmone fumè e le sue uova

E’ un piatto molto chic. Con qualche piccolo accorgimento, farete un figurone servendo in tavola questo cremosissimo risotto. Il nero di seppia si sposa a meraviglia con il Riso Sant’Andrea. Non si direbbe, nonostante la scenografica composizione, la ricetta è persino semplice. Da provare immediatamente.

350 g riso Sant’Andrea di Baraggia
1 scalogno tritato finemente
brodo di pesce 1,5 lt
2 bustine di nero di seppia
1 bicchiere vino bianco aromatico
Olio e burro qb
sale, pepe

per guarnire
100 g salmone fumè (a dadini)
1 confezione di uova di salmone
Scorzetta di lime

per il corallo:
50 ml acqua
50 ml olio di girasole o soia
8 g farina 00
1 cucchiaino colorante naturale in polvere

Iniziate preparando il corallo per la decorazione:
Emulsionate con una frusta gli ingredienti, dovranno risultare come una pastella semiliquida. Filtrate con un colino per eliminare gli eventuali residui, poi mettete a scaldare una padella antiaderente da 20cm, quando sarà calta, versate un quarto dell’emulsione e lasciate cuocere finchè non sfrigolerà più. Attenzione alla fiamma, non deve essere troppo alta. Delicatamente, aiutandovi con un coltello, togliete la decorazione e ripetete per le altre tre porzioni.
Lasciate riposare su carta assorbente il corallo in modo che venga asciugato dall’olio in eccesso.

Il sapore sarà neutro, al posto di acqua e olio, potete utilizzare il brodo di pesce, per dare uno sprint extra di sapore.

Per il risotto: fate dorare in una casseruola, con un giro di olio, lo scalogno tritato. Fatela rosolare, poi unite il riso e lasciate tostare. Una volta che il riso sarà traslucido, sfumate con il vino, lasciate evaporare mescolando rapidamente, aggiungete 2 bustine di nero di seppia e portate il riso a cottura utilizzando il brodo di pesce bollente. Se possibile, aggiungete un mestolo per volta. A fine cottura, lontano dal fuoco, mantecate con burro freddo, mescolando vigorosamente.

Impiattate mettendo una sfoglia di corallo alla base del piatto, adagiatevi sopra il riso, lasciandone una parte in evidenza, poi guarnite con la dadolata di salmone, le sue uova, qualche fogliolina di timo e la scorzetta grattugiata del lime.

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Carnaroli ai profumi del Sud

Questa è una ricetta interessante: un incontro fra il riso Piemontese e alcuni ingredienti che arrivano direttamente dalla Puglia.

Spiccano la burrata e il peperone crusco.

350 g riso Carnaroli di Baraggia
1 tazza di verdure per soffritto tritate (carote, sedano, cipolla)
brodo vegetale 1,5 lt
burro qb
sale, pepe

per guarnire
scalogno fritto, peperone crusco e cerfoglio essiccato

per accompagnare:
1 cucchiaino di burrata per persona
1 tazza di cimette di cavolfiore giallo o viola e broccolo (già cotti al vapore)

Iniziate mettendo un buon tocchetto di burro una casseruola, unite le verdure per il soffritto e fate rosolare, una volta preso colore, aggiungete il riso e mescolate rapidamente. Fate tostare sino a quando sarà traslucido, poi iniziate a bagnare, direttamente con il brodo bollente. Fate cuocere unendo il brodo quando il precedente sarà stato assorbito, portate a cottura infine, lontano dal fuoco, mantecate con una grossa noce di burro e due cucchiai di formaggio grattugiato.

Spolverizzate il riso con cerfoglio, mescolate e impiattate. Suddividete equamente su ogni piatto la burrata, le cimette dei cavoli, lo scalogno fritto. Terminate con una grattugiata di pepe e servite.

Lo scalogno fritto, si prepara in anticipo ed è possibile mantenerlo – asciutto – in frigorifero, dentro un contenitore a chiusura ermetica:
sbucciate un paio di scalogni e tagliateli finemente con una mandolina, portate a temperatura (150°) abbondante olio di soia e tuffatevi lo scalogno. Fate friggere sino a quando non sarà ben abbrustolito. Scolatelo e passatelo su carta assorbente. Tamponatelo bene, eventualmente salate e utilizzate su piatti a cui volete dare una sferzata di sapore.

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Riso Loto al vapore, con arrosto arrotolato di coniglio e porcini

Una nuova ricetta, un riso particolarmente adatto alla cottura al vapore, il LOTO, profumi intriganti in un piatto semplice ma di grande concretezza.

Abbinare un riso al vapore ad una carne di coniglio, con i funghi, può sembrare strano, eppure… va assaggiato.

200 g riso Loto di Baraggia
Acqua salata con all’interno un cucchiaino di tè earl grey
burro qb
sale

Per la cottura del riso al vapore, si può utilizzare una vaporiera, ma anche semplicemente una pentola che possa contenere il cestello per cottura al vapore: versate l’acqua nella pentola e salate con sale grosso integrale, aggiungete il cestello e versate il riso. In questa prima fase, l’acqua deve coprire il riso.
Chiudete la pentola con coperchio e portate l’acqua ad ebollizione, a questo punto, togliete il cestello dalla pentola per pochi istanti (appoggiatelo su un piatto accanto ai fuochi) ed eliminate una parte di acqua. Dovrà rimanere una quota di acqua che sfiorerà il cestello. Aggiungete il tè, rimettete il cestello al suo posto, incoperchiate e fate cuocere per una decina di minuti a fiamma media, poi assaggiate il riso per verificarne la cottura, se serve, allungate i tempi.
A cottura ultimata, togliete il cestello dalla pentola, spostate in riso in una ciotola e sgranatelo attentamente con due forchette. Il riso sarà cotto a puntino e leggermente profumato.

Per quanto riguarda gli accompagnamenti, al riso Loto cotto al vapore, che mantiene un profumo neutro e ottimo sapore, si possono abbinare moltissime ricette, carne, pesce, vegetali.
In questo caso, un arrosto arrotolato di coniglio, semplicemente cotto in padella e, con l’aggiunta di funghi porcini verso il termine della cottura. La carne morbida e i funghi croccanti, sono un’idea interessante per un “piatto unico” a base di riso Loto.

Arrosto di coniglio:
1 piccolo arrosto di coniglio arrotolato
Olio, burro
Sale, pepe
1 cestino di funghi porcini
½ cipolla bionda tritata finemente
1 bicchiere di marsala secco

In una casseruola dal fondo pesante, fate sciogliere una noce di burro con poco olio, aggiungete la cipolla e lasciate rosolare. Unite l’arrotolato di coniglio e fatelo dorare su tutti i lati, sigillando bene la carne, all’interno resterà morbida e succosa. Dopo questo passaggio, sfumare con il Marsala, poi abbassare la fiamma e cuocere a fuoco bassissimo, per circa un’oretta (i tempi variano in base al peso della carne). Verificate la cottura della carne, toglietela dalla pentola e avvolgetela in alluminio, nel frattempo, nel fondo di cottura versate i funghi (mondati e, se grandi, tagliati a tocchetti), fateli cuocere, salate, pepate, poi tagliate a fette la carne e posizionatela sopra i funghi. Incoperchiate e lasciate a fiamma bassa ancora qualche minuto, poi non toccate la pentola fino al giorno dopo. Il coniglio, con il vapore residuo diventerà morbido e profumato.

Al momento di andare a tavola, scaldate carne e funghi e accompagnateli con il riso.
(il riso meglio se preparato al momento). Guarnite con salvia fresca.

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Risi e “bisi” morbido, con gamberi

Abbinare ad un classico risi e bisi (ovvero riso e piselli) il sapore in più che regalano gamberi e lime. Tenendo il riso morbido, quasi “al cucchiaio”.

Risi e “bisi” morbido, con gamberi

350 g riso Arborio di Baraggia

1 tazza di piselli (anche surgelati)

1 tazza di verdure per soffritto tritate (carote, sedano, cipolla)

brodo vegetale 1,5 lt

olio extravergine d’oliva qb

sale, pepe

 

per guarnire

acetosella e scorzetta li lime grattugiata

per accompagnare:

gamberi al vapore, conditi con olio, zenzero e lime

1 cucchiaino di burrata per persona

Iniziate mettendo un buon giro di olio in una casseruola, unite le verdure per il soffritto e fate rosolare, una volta preso. Colore, aggiungete il riso e mescolate rapidamente. Fate tostare sino a quando sarà traslucido, poi iniziate a bagnare, direttamente con il brodo bollente. Fate cuocere unendo il brodo quando il precedente sarà stato assorbito, tre minuti prima del termine della cottura, aggiungete i piselli. In questo modo resteranno croccanti e di un bel verde brillante.

Mentre il riso cuoce, preparate i gamberi:

500 g di gamberi

2 lime

1 cm di zenzero fresco

olio

sale

 

Mettete in una ciotola, l’olio, succo di lime, lo zenzero grattugiato e il sale. Mescolate rapidamente. Pulite i gamberi, eliminate la testa, l’intestino e il carapace.

Cuoceteli rapidamente al vapore, poi passateli nella marinatura per una decina di minuti.

I gamberi possono essere preparati anche il giorno prima e, se non avete dimestichezza, potete acquistare le code già pulite. Ottime anche le mazzancolle.

Tenete il riso molto morbido, a fine cottura irrorate con olio extravergine, suddividete in ciotoline, aggiungete un cucchiaino di burrata, qualche gambero e decorate con acetosella e scorzetta di lime grattugiata.

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Sant’Andrea con cime di rapa e burrata fresca

Una nuova ricetta con il Riso Sant’Andrea del Consorzio.

Sapori intensi che uniscono Nord e Sud in un piatto semplice e gustoso.

350 g riso Sant’Andrea di Baraggia

1 mazzo di cime di rapa freschissime

1 scalogno tondo

brodo vegetale 1,5 lt

burro qb

sale, pepe

 

per guarnire

peperone crusco e pepe timute grattugiato fresco

ricotta salata da grattugiare

 

per accompagnare:

stracciatella di burrata

1 tazza di cimette di cime di rapa

Iniziate con le cime di rapa: mondatele, lavatele e tagliatele a tocchetti, preservando qualche fiorellino per la decorazione. Fatele appassire in padella con un filo di olio, sale e pepe (a piacere, unite un paio di acciughette), una volta ben ammorbidite, 3/4 le frullate riducendole in purea, le rimanenti, tagliatele finemente e tenete da parte. I fiori, scottateli qualche secondo in acqua bollente salata e poi passateli in ghiaccio, terranno sapore, colore e croccantezza.

Avviate il risotto utilizzando un battuto di scalogno, fate tostare bene il riso, quando sarò traslucido sfumate con il brodo vegetale e proseguite la cottura come tutti i risotti: fiamma vivace e brodo poco per volta. qualche minuto prima del termine della cottura, aggiungete le cime a tocchetti e uno o due cucchiai abbondanti di purea. Se serve, aggiungete un altro mestolo di brodo, infine regolate di sale e pepe e mantecate, lontano dal fuoco, con un bel cucchiaio di burro buono.

Porzionate, guarnite con la burrata, il peperone crusco sbriciolato con le mani, ulteriore pepe e qualche faldina di ricotta salata. Due gocce di olio a crudo per dare un po’ di sprint.

 

 

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Sant’Andrea con cardoncelli e briciole di rigatino toscano

Questa è una ricetta interessante, la cremosità del riso Sant’Andrea di Baraggia biellese e Vercellese DOP, fa da contrasto con la croccantezza del rigatino toscano. Il rigatino è una sorta di pancetta, molto bassa, saporita, speziata, un connubio incredibile, rinfrescato da qualche goccia di pesto e, abbinato ai funghi cardoncelli. Da scoprire e replicare.

350 g riso Sant’Andrea di Baraggia
1 cipolla bionda media, tritata finemente
brodo di carne 1,5 lt
1 bicchiere di vino bianco, aromatico
½ tazza di parmigiano reggiano grattugiato
burro qb
sale, pepe

per guarnire
qualche goccia di pesto fresco
dragoncello

per accompagnare:
1 cestino di funghi cardoncelli trifolati
briciole di rigatino toscano (circa 150 g)

Iniziate preparando i funghi e il rigatino:
tagliate una fettina di rigatino toscano a dadini, mettetelo in una padella antiaderente leggermente unta di olio e fatelo rosolare a fiamma vivace. Una volta che avrà preso colore, aiutandovi con un cucchiaio, toglietelo e lasciatelo raffreddare sudi un tagliere. Nel condimento rilasciato dal rigatino, versate i funghi precedentemente mondati e tagliati per la lunghezza. Se pensate necessiti, aggiungete un filo di olio, ma il condimento, dovrebbe essere sufficiente. Spadellate i funghi, possibilmente senza usare palette o cucchiai, fateli colorire su tutti i lati, poi regolate di sale e pepe, spegnete la fiamma e tenete al caldo.
Con un coltello ben affilato, tritate il rigatino in grosse briciole.

Per il risotto, iniziate facendo dorare in una casseruola, con un cucchiaio di burro, la cipolla tritata. Fatela rosolare, poi unite il riso e lasciate tostare. Una volta che il riso sarà traslucido, sfumate con il vino, lasciate evaporare mescolando rapidamente e portate il riso a cottura utilizzando il brodo bollente unendo un mestolo per volta. A fine cottura, lontano dal fuoco, mantecate con parmigiano reggiano e burro freddo, mescolando vigorosamente.

Impiattate e guarnite con le briciole di rigatino, i funghi, una presa di dragoncello tritato e tre gocce di pesto fresco. Con un cucchiaio lasciare cadere un filo del condimento dei funghi e servite immediatamente.

Usate la tecnica della mezza luna come decorazione del piatto. Vi permetterà di assaggiare il risotto in purezza e poi unirlo al resto degli ingredienti.

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risotto kefir piselli menta

Risotto con kefir e crema di piselli alla menta

Preparato con riso S. Andrea di Baraggia Biellese e Vercellese DOP, un’eccellenza unica del territorio. Grazie al buon rilascio di amido in cottura, i risotti diventano cremosi senza aggiungere grassi. Ecco una versione con kefir e crema di piselli alla menta per gli amanti del benessere.

Ingredienti per 2 persone:

  • 160 gr di riso S. Andrea di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
  • 100 gr di piselli surgelati
  • 2 cucchiai di kefir
  • 1 rametto di menta
  • olio extravergine di oliva
  • fiori secchi edibili
  • 1 cubetto di ghiaccio
  • sale
  • pepe

Preparazione

Mettete i piselli in una padella con un filo d’olio, aggiungete un po’ di acqua e lasciate cuocere per 5 minuti, aggiungendo un pizzico di sale. Mettete i piselli in un bicchiere da mixer con un cubetto di ghiaccio e 4 foglie di menta, quindi frullate fino ad ottenere una crema liscia e omogenea.

In un’altra pentola fate tostare il riso S. Andrea di Baraggia Biellese e Vercellese DOP con due cucchiai di olio, aggiungete un pizzico di sale e un po’ di pepe macinato al momento, quindi bagnate con dell’acqua calda e mescolate. Fate cuocere il riso solo con acqua per 12 minuti, mescolando continuamente per favorire il rilascio dell’amido. A cottura ultimata, aggiungete la crema di piselli e menta per mantecare a fuoco spento. Lasciate riposare il risotto in pentola per 2 minuti e impiattatelo, aggiungendo un cucchiaio di kefir e decorando con fiori secchi edibili.

Ricetta di Valentina Masotti, dal blog Ricette e Racconti di Riso

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Risotto alla Toma Piemontese e rapanelli

Il classico riso Carnaroli del Baraggia è garanzia di autenticità della cultivar: regolata dal disciplinare della DOP Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, la coltivazione in questo territorio avviene partendo da semente certificata. Solo vero Carnaroli per un risotto tutto italiano.

Anche il formaggio Toma Piemontese è stato insignito della DOP, denominazione di origine protetta, che garantisce la produzione piemontese, ma anche metodi di lavorazione che rendono questo formaggio unico al mondo.

Il “Consorzio di Tutela Formaggio Toma Piemonte DOP ” garantisce la produzione con latte di vacca, in un territorio delimitato dal disciplinare tra vallate, monti e pianura, tra le province di Cuneo, Torino, Biella, Novara, Verbania, Vercelli e in alcuni comuni previsti dal Disciplinare di Produzione appartenenti alle province di Asti e Alessandria. Le caratteristiche organolettiche sono quelle di un formaggio semicotto a pasta morbida, la cui stagionatura è compresa tra 20 e 45 giorni, a seconda del formato (pezzatura piccola o grande).

Di colore giallo paglierino, il sapore è dolce e gradevole, con una nota più intensa e aromatica con il prolungarsi della stagionatura. Sia il sapore sia la consistenza della pasta, rendono la Toma Piemontese DOP ideale per mantecare e ed esaltare risotti della tradizione. In questa ricetta abbiamo inserito una nota di freschezza e croccantezza conferita dal rapanello.

Risotto con Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP, Toma Piemontese DOP e rapanelli.

Ingredienti per 2 persone

  • 160 gr di riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
  • 100 gr di Toma Piemontese DOP
  • 2 rapanelli
  • Vino bianco Erbaluce di Caluso
  • Brodo vegetale
  • Olio extravergine di oliva
  • Rosmarino
  • Salvia
  • Pepe nero in grani
  • Sale

Preparazione

In una pentola scaldate un filo di olio extravergine di oliva, fate tostare il riso, aggiungete il sale e una macinata di pepe e sfumate con l’Erbaluce di Caluso, facendo consumare completamente il vino. Aggiungete il brodo vegetale caldo e fate cuocere per 15/16 minuti, mescolando e aggiungendo il brodo all’occorrenza. Nel frattempo mondate e affettate sottilmente i rapanelli e tagliate la Toma a cubetti. Aggiungete un pizzico di sale e una macinata di pepe. Quando il risotto è cotto, mantecate con alcuni pezzi di Toma Piemontese, impiattate e decorate con le fettine di rapanello, i restanti cubetti di formaggio, delle foglioline di salvia e rosmarino.

Autore: Riccardo Coccorullo

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Carnaroli di Baraggia DOP e porri di Cervere, mantecato con Robiola di Roccaverano

Il Piemonte è una terra di sapori unici e di eccellenze storiche.

Il riso di Baraggia Biellese e Vercellese è l’unica DOP italiana del riso perché è un prodotto dalle caratteristiche qualitative e nutrizionali del tutto particolari.

In cucina il riso di Baraggia si distingue per la maggior resistenza alla cottura e per la spiccata attitudine ad assorbire i sapori e i condimenti, caratteristiche qualitative uniche e di eccellenza che derivano dal terroir di Baraggia. Il riso cresce in un ambiente protetto, immerso tra le riserve naturali delimitate dalla Regione Piemonte, irrigato tramite canalizzazione dai corsi d’acqua che scendono direttamente da Alpi e Prealpi.

Il Consorzio di Tutela della DOP Riso di Baraggia Biellese e Vercellese fa parte di Assopiemonte DOC & IGP, associazione a cui aderiscono i sei Consorzi di Tutela dei formaggi a Denominazione di Origine Protetta esclusivamente prodotti in Piemonte (Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano e Toma Piemontese) e il Crudo Cuneo dop; solo eccellenze che bene si integrano nel panorama della tradizione culturale e gastronomica del Piemonte.

Per esaltare al meglio le caratteristiche del nostro riso, abbiamo pensato ad una ricetta che unisca i sapori del Piemonte in un piatto della tradizione: il risotto.

Carnaroli è una delle sette varietà che fanno parte della DOP Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, ideale per il risotto grazie al chicco grande, consistente e perlato.

In questa ricetta la cipolla è sostituita dal porro di Cervere, in provincia di Cuneo, coltivato in terreni limosi, sabbiosi e calcarei. Più dolce e digeribile rispetto agli altri tipi di porro, dona sapore al risotto senza appesantire il piatto. Per sfumare abbiamo selezionato un vino bianco piemontese DOCG, l’Erbaluce di Caluso, che nasce dalle uve coltivate nel canavese, in una zona circoscritta a nord di Torino, dove questo vitigno dove ha trovato la sua culla d’elezione.

Infine la mantecatura, fase irrinunciabile per ottenere risotti cremosi, eseguita con una Robiola di Roccaverano DOP, formaggio a pasta morbida, a latte 100% caprino oppure caprino/bovino, realizzato artigianalmente nel territorio situato nelle colline intorno al paese dell’astigiano da cui deriva il nome.

Ecco la ricetta!

Riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP con porro di Cervere, Robiola di Roccaverano ed Erbaluce di Caluso.

Ingredienti per 2 persone

  • 160 gr di riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
  • 100 gr di Robiola di di Roccaverano
  • 1 porro di Cervere
  • Vino bianco Erbaluce di Caluso
  • Brodo vegetale
  • Olio extravergine di oliva
  • Pepe nero in grani
  • Sale

Preparazione

In una pentola scaldate un filo di olio extravergine di oliva, fate tostare il riso, aggiungete il sale e una macinata di pepe e sfumate con l’Erbaluce di Caluso, facendo consumare completamente il vino. Aggiungete il brodo vegetale caldo e fate cuocere per 15/16 minuti, mescolando e aggiungendo il brodo all’occorrenza. Nel frattempo mondate e affettate il porro di Cervere, quindi fatelo saltare in padella per pochi minuti con dell’olio extravergine di oliva. Aggiungete un pizzico di sale e una macinata di pepe. Quando il risotto è cotto, mantecate con la Robiola di Roccaverano a fuoco spento, impiattate e terminate con l’aggiunta del porro salato in padella.

Autore: Riccardo Coccorullo

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